ISEE 2020, redditi e patrimoni del 2018: chi l’ha deciso?


ISEE 2020, redditi e patrimoni del 2018: chi l'ha deciso?
ISEE 2020, redditi e patrimoni del 2018: chi l’ha deciso?

Chi ha dovuto fare l’ISEE quest’anno, si è accorto di una novità sostanziale rispetto agli altri anni, l’impossibilità di fare riferimento ai redditi e patrimoni dell’anno precedente, ma solamente a quelli del 2018.

Novità mal digerita, che ha comportato parecchi mal di pancia soprattutto in quei nuclei familiari, la cui situazione economica è peggiorata nell’ultimo anno.

Le loro rimostranze sono d’altronde comprensibili, in questo modo si sono visti escludere dalla possibilità di accedere ad agevolazioni sociali alle quali facevano affidamento.

Stante anche le risposte vaghe di caf e patronati, molti si sono dunque domandati a chi è dovuta tale scelta, chi ha deciso di fare cassa sulla pelle dei nuclei familiari più in difficoltà, inventandosi l’escamotage in questione.

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Il riferimento legislativo, lo si ritrova all’art. 4 sexies contenuto nel Decreto-Legge 30 Aprile 2019, n. 34, denominato “Decreto Crescita“, recante: «Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi.».

L’art. 4 sexies al primo 1 comma dispone:” La DSU ha validità dal momento della presentazione fino al successivo 31 dicembre. In ciascun anno, all’inizio del periodo di validità, fissato al 1° gennaio, i dati sui redditi e sui patrimoni presenti nella DSU sono aggiornati prendendo a riferimento il secondo anno precedente. Resta ferma la possibilità di aggiornare i dati prendendo a riferimento i redditi e i patrimoni dell’anno precedente, qualora vi sia convenienza per il nucleo familiare.

La decisione è stata dunque presa quando era ancora in carica il governo giallo-verde, Movimento 5 Stelle e Lega.

Ma per quale motivo ricorrere a tale decisione? Vi sono effettivamente dietro solo calcoli di convenienza, oppure possono esserci altre motivazioni? L’ultima postilla che riconosce la possibilità di prendere a riferimento i redditi e patrimoni del 2019, sembrerebbe escluderlo.

C’è da presumere che una ragione altrettanto valida riguardi la necessità di agevolare il lavoro degli uffici Inps in seguito alla decisione di avviare la sperimentazione dell’ISEE precompilato.

L’Isee precompilato è stato infatti introdotto dal decreto legge n. 4 del 28 Gennaio 2019, che disciplina quota cento e reddito di cittadinanza.

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