ZTL e disabili: sparisce l’obbligo di comunicazione della targa del veicolo. Sarà vero?


ZTL accessibili per i veicoli al servizio di persone con disabilità. Che sia la volta buona?

Sparisce quella che ormai era considerata una cattiva prassi presente solamente nel nostro paese.

Da tempo infatti le infrastrutture digitali consentono di immagazzinare enorme mole di dati e renderli disponibili in tempo reale ovunque.

Come riporta il sito Redattore Sociale, la novità è stata annunciata in pompa magna a Palazzo Chigi dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, assieme al Ministro per la Disabilità Erika Stefani e al delegato ANCI al Welfare, Luca Vecchi.

Le persone con disabilità proprietarie del CUDE (Contrassegno Unificato Disabili Europeo) che hanno diritto di accedere alla ZTL del proprio comune potranno estendere questo diritto ad altri comuni semplicemente inserendo i propri dati nella nuova piattaforma annunciata, la cui disponibilità è prevista entro tre mesi dalla conferenza stampa (verosimilmente se non ci saranno intoppi, prima della fine dell’anno).

Sarà vero che basterà il CUDE per accedere alle ZTL per i disabili?

Non c’è il rischio che alla fine il tutto possa risolversi nell’ennesima fuffa all’italiana?

ZTL e accesso ai disabili: quali sono le difficoltà oggettive che ostano all’instaurazione di tale nuova procedura e i punti non chiariti nella conferenza stampa?

Andiamo con ordine, anzitutto è necessario spiegare come stanno attualmente le cose in Italia.



La creazione del Registro Pubblico CUDE era già stata disposta dalla regione Sardegna in collaborazione con ANCI Sardegna la quale è stata la prima a dotarsi di una banca dati per migliorare l’efficacia dei controlli sulla validità del contrassegno per prevenire il fenomeno della contraffazione (prevedendo l’inserimento di un apposito microchip anticontraffazione nel contrassegno) e garantire al contempo il diritto della persona con disabilità alla libera circolazione in qualunque paese o città della regione.

L’invito della regione Sardegna di aderire al progetto ed estenderlo in tutta Italia venne poi accolto dalla regione Friuli Venezia Giulia.

Tutto questo era già in vigore molto tempo prima che il governo con il Decreto Legge n. 76 del 16 Luglio 2020 cc.dd. Semplificazioni recante “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale” disponesse la creazione di una banca dati nazionale CUDE per consentire alle persone con disabilità di circolare con i loro veicoli, o con quelli di chi li accompagna, su tutto il territorio nazionale con un unico permesso.

Se si esclude il caso della regione Sardegna e del Friuli Venezia Giulia, fino ad ora qualsiasi persona con disabilità titolare del CUDE per accedere alle zone ZTL senza incorrere in una contravvenzione deve attenersi alla procedura disposta nel Comune di destinazione: procedura che in alcuni casi prevede la comunicazione dei dati identificativi riportati nel contrassegno unitamente alla targa del veicolo.

Nei comuni di dimensioni particolarmente elevate l’accesso alle zone ZTL viene regolamentato da regolamenti comunali, disposti con delibera di Giunta Comunale.

I regolamenti comunali che disciplinano l’accesso alle Zone Traffico Limitato si differenziano tra loro anche in maniera rilevante, in quanto riflettono la politica della mobilità urbana dell’amministrazione comunale frutto dell’ideologia del partito di appartenenza e che necessitano di essere elaborati anche in funzione delle particolarità del luogo.

Tra i compiti principali dell’ANCI vi è proprio quello di uniformare i regolamenti comunali, rendendoli omogenei a livello regionale, un compito difficile, in quanto significa trovare una sintesi tra amministrazioni politicamente distanti, la presenza di Luca Vecchi come dell’ANCI in conferenza stampa forse va proprio nella direzione di convincere le amministrazioni ad aderire al progetto quanto prima.

Perché parlo di adesione? La nuova piattaforma per l’accesso libero alle ZTL per i disabili non entrerà in vigore automaticamente?

Per quelle amministrazioni che non hanno adottato un apposito regolamento comunale non credo vi saranno problemi. Salvo smentite ritengo che i problemi possano insorgere nell’ipotesi in cui l’amministrazione si sia dotata di un apposito regolamento per disciplinare l’accesso.

Ogni modifica del regolamento comunale comporta una nuova deliberazione. Per questo c’è da rimanere scettici sulle tempistiche riguardo l’approvazione capillare sull’intero territorio.

D’altronde per arrivare a questo risultato ci sono voluti soltanto Tre governi e due Ministri per la Disabilità.

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