L’evoluzione normativa delle federazioni più rappresentative della disabilità.


In Italia le Federazioni maggiormente rappresentative della disabilità, sono FISH e FAND. Conosciute da tutti gli stakeholders che gravitano attorno al mondo della disabilità, sono due organizzazioni ombrello che raggruppano al loro interno le più rappresentative associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari.

Svolgono un ruolo fondamentale nell’attività d’intermediazione e concertazione con le istituzioni politiche. Sono i soggetti legittimati a partecipare ai tavoli da lavoro con gli organismi di rappresentanza politica a livello nazionale[1].

Per molti anni queste federazioni sono state criticate per la questione della rappresentanza esclusiva, e per i cospicui finanziamenti statali che hanno ricevuto in passato e che continuano a ricevere.

A questo proposito ricordo che con la legge n. 145 del 30 Dicembre 2018, con la quale è stato approvato il Bilancio di previsione per l’anno 2019 e il Bilancio pluriennale 2019 – 2021 dello Stato, la FISH ha ottenuto una regalia di 400 mila euro.

Quello che non tutti sanno è che a più riprese i partiti di ogni schieramento a più riprese hanno tentato di rafforzare tale posizione.

Come?

Depositando in parlamento diverse proposte di legge che intendono, assoggettare le predette associazioni alla disciplina prevista per gli istituti di patronato e assistenza sociale disposta dalla legge n. 152 del 2001,

avvicinandole sempre più a veri e propri sindacati.

La proposta di legge più recente è la n. 1732 del 2009[2], che segue i provvedimenti (S. 1073 ed abb., C. 5121), approvati in un testo unificato dal Senato.

Quando i controllori diventano una succursale del controllato, il rischio di un adagio sugli allori, è elevato. Potenziali situazioni di conflitto d’interesse non portano alcun vantaggio, la commistione tra politica ed associazionismo è un vulnus che mina fin dalle fondamenta la battaglia per il riconoscimento dei diritti sociali.

Avvallando tali progetti ci si allontana sempre più dalla possibilità che altre associazioni con una visione diversa ed innovativa delle problematiche delle persone con disabilità possano portare il loro contributo.

Per chi volesse approfondire il tema segnalo che sul ruolo delle federazioni in Emilia Romagna ho dedicato un paragrafo del mio prossimo libro in uscita a settembre e dal titolo “Le mani sulla disabilità in Emilia Romagna”.


[1] Interessante articolo sulla storia delle Associazioni, A. Pancaldi, L’associazionismo nel settore dell’handicap storie di «geologia», tra luci e ombre, tratto da Aggiornamenti sociali, n. 5, 2002, è disponibile al seguente indirizzo: http://informa.comune.bologna.it/iperbole/media/files/ass.mo_handicap_aggiornamantisociali.pdf.

[2] Gli atti preparatori della proposta di legge n. 1732 del 2009. http://documenti.camera.it/leg16/dossier/Testi/AS0128.htm#dossierList.

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