Tirocini per disabili? La regione Emilia Romagna li preferisce a casa sul divano


In Emilia-Romagna si è fatto un gran parlare, di un tema messo in evidenza dalla Lega, secondo la quale i fondi dei tirocini di tipo C) previsti per le persone in condizioni di fragilità, per lo più disabili, andrebbero agli immigrati.

Tale situazione era già nota nel 2018, in occasione della Terza Conferenza sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità tenutasi il 18 e 19 giugno 2018 a Bologna, dove, dirigenti dei vari enti pubblici presenti, illustrando la situazione in Emilia Romagna, si vantavano del risultato raggiunto, vale a dire, di aver fatto confluire nei tirocini di tipo C – oltre al target della disabilità, anche i soggetti svantaggiati (legge 381/1991, art. 4), vale a dire, rifugiati e richiedenti asilo e/o protezione internazionale.

Fin qui, nulla di nuovo, tale situazione era già stata denunciata dal sottoscritto, l’unica cosa che la Lega ha reso noto sono i dati.

Secondo l’articolo, “nel 2018, su 3.631 stage assegnati dalla regione, 1.758 hanno coinvolto titolari di protezione internazionale.”

Questo significa, che il 48,4% delle risorse regionali riservate all’inserimento lavorativo per le fasce deboli hanno riguardato persone in condizioni di fragilità economica, piuttosto che persone in condizioni di disagio fisico.

La scelta di come impiegare i fondi e l’individuazione dei destinatari non compete alla Regione ma ai singoli enti (Comuni, ASL, Unioni di Comuni).

A questi dati, non si è fatta attendere la replica della Regione Emilia Romagna, secondo la quale il numero complessivo dei tirocini attivati sono quelli autorizzati dall’Agenzia per il Lavoro e non significa che siano stati finanziati.

http://www.regione.emilia-romagna.it/agenzia-di-informazione-e-comunicazione/@@comunicatodettaglio_view?codComunicato=90641

Ma l’assessore ha continuato sostenendo che per ogni persona con disabilità “la regione finanzia l’intera indennità, pari a 450 euro mensili, nonché i servizi necessari per realizzarlo“.

Lo scandalo non lo dicono ma sta proprio tutto QUI.

In base alla disciplina, prevista per i tirocini di tipo C), l’indennità corrisposta deve essere di almeno 200 euro, purché il tirocinante presti servizio per più di 12 e fino a 25 ore a settimana,

L’INDENNITA’ NON PUO’ ESSERE CORRISPOSTA AL DISABILE, SE PERCEPISCE ALTRI REDDITI IN CONSEGUENZA DELLA SUA CONDIZIONE (handicap, invalidità, ecc.) di importo pari o superiore a 450 euro mensili.

Questo significa che una persona con disabilità con assegno d’invalidità e accompagnamento deve fare lo stage GRATUITAMENTE !

Ancora, l’indennità viene corrisposta in MISURA RIDOTTA se il tirocinante percepisce altri redditi di importo inferiore a 450 euro.

In questo caso, se si percepisce il solo assegno d’invalidità, 280 euro mensili, l’indennità, sarà di 170 euro mensili, che corrisponde alla differenza tra l’indennità di tirocinio e il reddito percepito.

Quindi si continuano a considerare come reddito le indennità in ragione della propria condizione di disagio fisico derivante dalla propria patologia.

1.148 sono stati i tirocini svolti da persone con disabilità nel 2018, l’esiguo numero molto probabilmente è dato dal fatto, che la prospettiva di un percorso d’inserimento lavorativo a titolo gratuito o con indennità ridotta non realizza la persona. Male che vada, le persone con disabilità si dovranno accontentare di un rimborso spese per il trasporto pubblico e i pasti.

Ognuno è libero di farsi la sua opinione, per quanto mi riguarda penso che la disabilità, rispetto ad altre categorie di persone in condizioni di svantaggio, ancora una volta, SIA VITTIMA DI UNA DISCRIMINAZIONE ULTERIORE.

La regione ha volutamente reso lo stage per le persone con disabilità poco appetibile, favorendo indirettamente altre categorie di soggetti in condizioni di disagio.

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