Aumento elettricità e disabili


L’aumento della bolletta elettrica mette in ginocchio le famiglie con malati dipendenti da apparecchiature elettromedicali.

Arerà, l’Autorità Nazionale dell’Energia, ha annunciato che dal 1° luglio a settembre la bolletta dell’energia elettrica aumenterà del 9,9%.

Tale aumento impatterà significativamente sulle famiglie in condizioni di povertà ed inevitabilmente in quelle che hanno soggetti in condizioni di fragilità che necessitano di apparecchiature elettromedicali per vivere.

La fornitura di energia elettrica per le persone con gravi forme di disabilità che sono costrette ad attaccarsi a macchinari per la sopravvivenza, comporta ingenti spese da parte delle famiglie per la bolletta elettrica:

vi sono famiglie che arrivano a spendere fino a 2 o 3 mila euro/mese.

La normativa nazionale prevede già un bonus elettrico per chi ha un disagio fisico qualora un componente del nucleo familiare affetto da gravi problemi di salute abbia necessità di utilizzare apparecchiature salvavita.

A disciplinare le regole per l’applicazione dello sconto è sempre l’ARERA.



I macchinari che danno diritto al bonus elettrico si differenziano in base alla funzione che svolgono.

A questo proposito, sulla base di quanto disposto dal Decreto del Ministero della Salute del 13 Gennaio 2011 contenente l’elenco dei dispositivi che danno diritto al bonus, troviamo: apparecchiature di supporto alla funzione cardio-respiratoria (ventilatori, concentratori di ossigeno, bronco aspiratori ecc.), apparecchiature di supporto alla funzione renale (dialisi a domicilio), apparecchiature di supporto alla funzione alimentare e attività di somministrazione (pompe per l’alimentazione enterale, infusori, ecc.), mezzi di trasporto e ausili per il sollevamento disabili, ed infine, dispositivi per la prevenzione e la terapia di piaghe da decubito.

Gli importi previsti dalla tabella fornita dall’ARERA per l’anno 2019, dispongono un bonus nazionale il cui valore dipende da differenti parametri: la tipologia di potenza contrattuale prevista nel contratto di fornitura dell’energia elettrica (se superiore ai 3 kW di potenza, si avrà diritto ad un bonus maggiore, viceversa il bonus sarà minore, qualora la potenza non superi i 3 kW); il numero degli apparecchi utilizzati, ed il tempo giornaliero di utilizzo.

Nel 2018 il numero delle famiglie destinatarie del solo bonus elettrico per disagio fisico è stato nel territorio nazionale di 35.903 unità.

Occorre fin da ora precisare, che anche qualora un soggetto riceva la soglia massima di contribuzione prevista che per il 2019 non superava i 732 € annui, la stessa non sarà mai idonea a coprire il consumo totale annuo di energia, ma solo un 30 o 40% del totale.

Intendiamoci ci sono persone che a causa di patologie degenerative neuro muscolari, o di altro tipo, si trovano costrette a vivere per mezzo di apparecchiature elettromedicali, che consentono loro di esercitare le funzioni vitali.

Respirare, come nutrirsi anche attraverso l’impiego di pompe per la nutrizione enterale, costituiscono manifestazioni di diritti incontrovertibili della persona, necessari per la sua sopravvivenza. Diritti che lo stato deve garantire, in virtù del principio di solidarietà sociale fondamento e pilastro della società civile.

A questo proposito la regione Marche è stata l’unica che nel corso della seduta n. 65 del 16 Maggio 2017 ha approvato la mozione n. 230 recante “Rimborsi spese per l’energia elettrica alle famiglie con malati dipendenti da apparecchiature elettromedicali”.

Tali misure sono pienamente sostenibili dalle regioni, perché il numero delle persone colpite è notevolmente esiguo, per cui non c’è nessun pericolo d’incidere in maniera significativa sul bilancio regionale, trattandosi inoltre di diritti fondamentali della persona che andrebbero garantiti senza se e senza ma.

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